venerdì 7 novembre 2008

Mobilitazione nazionale 14 Novembre a Roma

Si stanno organizzando degli autobus per andare a Roma il 14.
Per ulteriori informazioni: nodav.mail@gmail.com oppure elenav00@yahoo.it
Per prenotarsi: Tel. 3478441226 (Elena), Mail. elenav00@yahoo.it

4 commenti:

iiii ha detto...

Ed ecco come se la raccontano i fasci sui fatti di Piazza Navona:
la mail che cerca di "dare la linea" ai camerati (si chiamano proprio
così tra di loro)

Ogg: [Antifa] cuorenero e loro comunicazione su p.zza
navona
>
>ciao,
>sotto la mail che le merde di cuorenero e casa pound milano
stanno
>facendo girare con la loro nl.
>
>
>-------
>
>
>Caro/a Camerata ,
>
>

>Forse non tutti hanno colto la portata e l'importanza di quanto si sta

>svolgendo intorno all'aggressione degli studenti ieri a Piazza Navona
>da
parte dei vigilantes di Rifondazione Comunista.
>
>Sono in gioco -
disperatamente - tutte le certezze del vecchio regime.
>- Si vuol far credere
che gli studenti e tutte le fasce sociali che
>protestano stiano a sinistra,
che non è vero.
>- Si vuol far credere che gli studenti e tutte le fasce
sociali che
>protestano siano schierate con Draghi contro Berlusconi, che non è
vero
>- Si vuol far credere che i fascisti siano violenti, che non è vero, non

>tanto al fine di criminalizzarli quanto a quello di riapplicare il
>metodo
degli anni 60 di spezzettare il fronte non marxista per
>indebolirlo
>- Si vuol
far credere che le vecchie cariatidi stipendiate da fondi
>pubblici che giocano
a fare i "rivoluzionari" siano ancora
>rappresentanti del movimento e
interpreti dell'attualità, che non è
>vero.
>L'operazione di Piazza Navona
(edizione rovesciata della spedizione
>della Sapienza di 40 anni fa) è stata
orchestrata a tavolino e gode
>dell'utilizzo militante, anzi militare, di
apparati di disinformazione.
>
>
>Bisogna assolutamente essere all'altezza dei
tempi e non rispondere con
>i riflessi condizionati.
>Abbiamo dalla nostra:
>-
I filmati integrali che dimostrano inequivocabilmente quello che è
>successo
>-
L'opinione pubblica diretta (ovvero gli studenti e i residenti in
>Piazza
Navona)
>- La ricostruzione dei fatti da parte della Questura.
>
>Rispetto agli
anni che si vorrebbero riproporre ci sono delle differenze
>essenziali che
dobbiamo capitalizzare
>- La tecnica che consente di documentare la realtà e di
far circolare i
>documenti che neutralizzano la disinformazione
>- Il ruolo
politico: oggi siamo parte politica attiva nella società e nel
>movimento di
cui rischiamo di essere maggioritari
>Non ragioniamo allora con vittimismi da
ghetto accerchiato!
>
>Bisogna agire, tutti, ogni istante. La battaglia della
verità ha, oggi,
>un valore politico incommensurabile.
>Tutti ai posti di
combattimento!
>
>Prendete il testo che segue e tempestate tutti gli indirizzi
che trovate,
>soprattutto blog, giornali, deputati, politici di quel testo.
Nessuno si
>astenga o diserti! Questa è una battaglia per tutti e va vinta

>assolutamente.
>
>Ecco il video integrale che mostra come la verità di Piazza
Navona, la
>mattina del 29 ottobre, sia stata manipolata e distorta da
giornalisti
>compiacenti che hanno operato tagli per permettere a Veltroni & co
di
>far passare la protesta studentesca come roba loro quando gli era
>sfuggita
di mano:
>xxx
>Vi si vede chiaramente
>-
L'isolamento della sinistra (rappresentata da cinquantenni) da parte
>degli
studenti romani
>- La partecipazione del movimento degli studenti con il Blocco
Studentesco
>- L'arrivo di trecento militanti di Rifondazione Comunista e dei
centri
>sociali con caschi, sciarpe, spranghe, bastoni e sassi, evidentemente

>ultratrentenni
>- Il tentativo degli studenti di sinistra di dissuadere gli
aggressori
>dall'attacco
>- L'assalto degli aggressori agli studenti tutti
>-
Il fuggi fuggi generale verso il Blocco Studentesco (dunque gli
>studenti
avevano riconosciuto da dove veniva il pericolo, ovvero dagli
>aggressori
rossi)
>- L'estrema difesa dei ragazzi del Blocco che, essendo fuggiti

>gustamente gli studenti, si sono ritrovati in un rapporto di uno a
>dieci,
ventenni contro ultratrentenni armati.
>
>Quello che si cerca di far passare al
posto della verità, ovvero
>l'aggressione fascista, è un falso clamoroso e
documentato.
>Se per qualcuno non fosse sufficiente l'evidenza (che convinse
anche San
>Tommaso..) può sempre ottenere la conferma dalla Questura

>dell'estattezza di questa relazione.
>
>Infine c'è il video di un inquilino di
Piazza Navona che ha ripreso
>l'aggressione dalla finestra:
>xxx
topic=43502.0
>
>Il Sessantotto è stato davvero capovolto, miliziani dei centri
sociali e
>di Rifondazione (tra questi un dirigente di RC trentottenne è stato

>arrestato) hanno aggredito gli studenti per far saltare l'unità
>generazionale
e per cercare di strumentalizzare la protesta contro la
>Gelmini che non
riuscivano a indirizzare.)

Anonimo ha detto...

Molto più interessante questa riflessione di Francesco Raparelli, dottorando di ricerca in Filosofia politica
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Sulla cresta dell’Onda

Pensavano di aver usato le armi giuste stavolta. Dopo i manganelli della festa del Cinema, dopo le minacce di sgombero per le occupazioni, dopo le denunce e i neofascisti di piazza Navona, dopo i Cossiga e i Mantovano, il primato della comunicazione. Conferenza stampa per la Gelmini, toni meno dirigisti, anticipati dagli editoriali distensivi del Corriere, Giavazzi e Franchi in prima fila: questi giovani che protestano vogliono il cambiamento, il decreto aiuta gli studenti e i precari e combatte i baroni, la Gelmini fa parte dell’Onda! Sipario.
Giochi linguistici, appunto, laddove ci si rende conto che i consensi calano e che il movimento sta vincendo e non si ferma. Astuzie della comunicazione che ci consegnano il nocciolo profondo del tentativo di riforma gelminiano: differenziare i finanziamenti per gli atenei, imporre la logica dell’efficienza produttiva, innalzare conseguentemente le rette e introdurre il numero chiuso, il tutto accompagnato da qualche briciola per le borse di studio o i prestiti d’onore. «Ne resterà soltanto uno», recitava un vecchio film: ne resteranno solo poche, eccellenti, ben finanziate e inaccessibili ai più, salvo per chi, poverissimo, sarà disposto a caricare sulle proprie spalle ventenni debiti per decine di migliaia di euro. La triste fine del debito privato americano la conosciamo tutti, si chiama crisi globale.
Ma il movimento non si è perso nelle astuzie della comunicazione ed è andato al cuore della faccenda: senza il ritiro della legge 133 le lotte non si fermano. La giornata di ieri ne è stata dimostrazione straordinaria: decine di migliaia di studenti e precari in corteo, a Roma, a Milano, a Napoli e in molte altre città. Niente male per una giornata di manifestazioni interamente auto-organizzate, a soli otto giorni dalla grande mareggiata del 30 ottobre. Ed è proprio a partire dallo storico risultato del 30 ottobre che il movimento della Sapienza in particolare, ma degli atenei in rivolta più in generale, ha rivolto un appello alle forze sindacali, di base e confederali, per dare vita e costruire assieme un grande sciopero generale in grado di paralizzare il paese e di imporre un’altra agenda in merito alle politiche sociali. L’offensiva che questo governo sta infliggendo alle istituzioni del Welfare ci pone di fronte ad un bivio epocale: accettare la dismissione delle garanzie pubbliche, riconquistare democraticamente il Welfare, trasformare questa riconquista in una grande sfida di nuova politica.
Ed è proprio la democratizzazione della ricerca e della formazione in genere che sta a cuore a questo movimento. Autoriforma dell’università, la parola d’ordine che attraversa le mobilitazioni, che compone l’agenda delle discussioni di facoltà. Non solo il blocco della città come nuovo strumento di sciopero, ma anche la proposta, la costruzione di un alternativa concreta, una grande potenza auto-normativa degli studenti e dei precari della ricerca. Lungo la manifestazione del 14, durante la due giorni di assemblee nazionali che si svolgeranno presso la Sapienza il 15 e 16, i temi saranno questi: lo sciopero generale per un verso, l’autoriforma dell’università per l’altro. Nello stesso tempo, la necessità di articolare lo slogan che non smette di fare il giro del paese, «Noi la crisi non la paghiamo!».

*

Studenti in Fermento ha detto...

stiamo cercando di organizzare il quarto pullman per non lasciare nessuno a trento, mandate le vostre adesioni alla mail di elena, quella postata sopra!

Anonimo ha detto...

Vai ragazzi, non potrò esserci causa laurea, ma vi ascolterò ed il mio cuore sarà con voi!
Insultate la gelmini anche da parte mia!!

E Vaff a chi ci dice che siamo di sinistra quindi rivoluzionari, NOI SIAMO STUDENTI, NOI SIAMO IL FUTURO! LA LORO VITA è ORMAI FINITA MA LA NOSTRA STA INIZIANDO! NON MOLLATE!