mercoledì 22 ottobre 2008

Ieri

Ecco qualche foto della protesta di ieri!


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Fonte: l’Adige del 22.10.2008

Gli studenti occupano l’ufficio del rettore

Lo avevano annunciato. E alle parole hanno fatto seguire i fatti. Gli universitari del «Comitato No-Gelmini» ieri hanno occupato il rettorato: una protesta contro la politica di tagli decisa dal Governo Berlusconi, una protesta contro il rettore Davide Bassi che, proprio ieri, assieme ai rettori di Padova, Milano e Chieti-Pescara, ha indetto una conferenza stampa per spiegare la proposta di mediazione di Aquis (Associazione per la qualità delle università italiane statali). In 250 ieri mattina sono scesi in strada distribuendo volantini, prodotti nella notte nella Facoltà di Sociologia, dove si erano riuniti in una partecipata assemblea, aperta a ricercatori, docenti e personale. «Poco dopo le 11 - racconta uno dei membri del comitato, che preferisce rimanere anonimo - abbiamo occupato la sede di via Belenzani. E là siamo rimasti fino alle 13.30». All’esterno del palazzo è stato appeso uno striscione con la scritta «Non pagheremo la vostra crisi». Nel pomeriggio si sono tenuti incontri a Sociologia, Ingegneria e nella sede del Cial (proprio oggi inizia lo sciopero dei Collaboratori esperti linguistici, che sono una delle risorse principali per la preparazione e gestione degli esami di laurea) per parlare dei provvedimenti promossi da Gelmini, Brunetta e Tremonti. Solidarietà è stata espressa agli 85 dipendenti precari, che l’anno prossimo rischiano di perdere il lavoro «a causa dello stop al processo di stabilizzazione». Ieri, davanti alla biblioteca, c’è stato anche un sit-in delle rappresentanze sindacali. Per lunedì 27 gli studenti stanno programmando una «notte bianca» a Sociologia. Ogni sera, alle 18, nella sede di Piazza Venezia si terrà una riunione del coordinamento delle facoltà: riunioni che si ripeteranno fino alla seduta del cda di ateneo, fissata per il 28 ottobre. «Quel consiglio di amministrazione non potrà che svolgersi in forma di assemblea pubblica alla presenza di studenti, ricercatori e ricercatrici, docenti, personale tecnico amministrativo», annunciano i manifestanti. Contestano apertamente il rettore, accusato «di affrontare unilateralmente decisioni che riguardano tutte le parti dell’ateneo trentino». Ai membri del «Comitato No Gelmini» non piace il modello di università, proposto da Aquis a livello nazionale che, a loro dire, «acuisce le già esistenti diseguaglianze nella qualità della formazione e della ricerca tra i diversi atenei d’Italia». «Riteniamo - fanno sapere - che un processo pensato con l’ambizione di costruire una nuova idea di formazione e di università non possa prescindere dalla partecipazione di tutti e tutte coloro che quotidianamente le danno vita». A Bassi gli studenti e i ricercatori scrivono: «Il 28 ottobre per il cda di ateneo noi saremo in via Belenzani. E Lei?» Al vertice dell’accademia trentina hanno inviato un fax. Secondo i manifestanti il rettore ha scelto la via dell’adesione «ad un modello di università che non è condiviso da nessuno». In un periodo storico in cui tanti atenei sono andati al collasso finanziario, anche per una gestione un po’ allegra dei budget a disposizione, interviene la mannaia del ministero. Aquis è stata intesa come una risposta al sistema accademico italiano, che rischia di restare piegato su se stesso: è un’associazione che chiede maggiori finanziamenti (o, vista l’aria, minori tagli) «a fronte di una ricerca di eccellenza ed una gestione oculata delle risorse economiche a disposizione». Dell’associazione fanno parte, oltre all’ateneo trentino, anche l’Università di Bologna, la Politecnica delle Marche, l’Università della Calabria, il Politecnico di Milano, Milano Bicocca, l’Università di Modena e Reggio Emilia, Padova, Roma Tor Vergata, Torino Politecnico, Università di Verona, Chieti-Pescara e Università del Salento. «Ma così facendo il rettore Bassi avvalla l’ipotesi di un sistema universitario a due velocità - si dice nel comitato di protesta -. Aquis punta sui poli di eccellenza, lasciando gli altri atenei a loro stessi».

Andrea Tomasi

Anonimo ha detto...

bella giornata!!!
si si!